lunedì 5 ottobre 2020

Le origini della Filosofia e la scuola di Mileto

La prima forma filosofica di pensiero si sviluppò nei secoli VII-VI a.C. in Grecia.

Una novità importante della filosofia è costituita dal metodo, nel quale si riconoscono validi solo gli argomenti che "reggono" alla razionalità umana.
L' unica autorità che i filosofi riconoscono è la forza del pensiero.

Il termine "filosofia" significa letteralmente "amore per la sapienza", ossia un amore che nasce dal senso di meraviglia degli uomini dalla bellezza delle cose.
A questo proposito Aristotele pensava che ogni uomo fosse spinto dall'impulso di chiedersi il perché di tutte le cose.
Il filosofo non possiede la sapienza, la cerca. Questa conoscenza che cerca consente di chiarire gli aspetti della vita, rispondendo a domande riguardanti aspetti interiori, come ad esempio trovare la felicità.

La riflessione filosofica si sviluppò dalle colonie greche della Ionia in Asia Minore, nelle città di Mileto, Efeso, Colofone, Samo e altre. In questi centri abitati era presente un' atmosfera di libertà e vivacità intellettuale particolare. Una nuova classe sorse, la quale, dopo aver messo in discussione il predominio delle vecchie aristocrazie, diede vita alla prima forma di democrazia, La loro democrazia era basata sull' isonomia, ossia l' uguaglianza davanti alla legge, come al giorno d' oggi.

I filosofi non si dedicavano alla ricerca in modo isolato, ma istituivano scuole filosofiche in cui gruppi di uomini vivevano una vita comune. In queste scuole, che si possono paragonare alle università di adesso, si dibattevano problemi teorici, si mettevano in comune difficoltà e dubbi e si condividevano scelte e soluzioni pratiche.

I più famosi raggruppamenti convenzionali o le più importanti scuole filosofiche erano costituite da:
  • gli ionici, della città ionica di Mileto. Tra i nomi più famosi vengono citati Talete, Anassimandro e Anassimene
  • i pitagorici, che fondarono una scuola a Crotone, costituita da Pitagora e i suoi allievi
  • gli eraclitei, discepoli di Eraclito, che si concentrarono sulla città ionica di Efeso
  • gli eleati, uno dei quali era Parmenide, che fondò una scuola nella città di Elea, in Campania
  • i fisici pluralisti, i cui esponenti di maggior rilievo e pensatori sono: Empedocle di Agrigento, Anassagora di Clazomene e Democrito della città di Abdera, contemporaneo di Socrate.
Socrate, Platone e Aristotele rappresentano il pensiero più maturo della filosofia classica greca, tanto da ispirare molti altri pensatori e scuole filosofiche nei secoli successivi.

I primi filosofi, affascinati dai fenomeni naturali, cercavano risposte razionali a domande come:
  • Qual è l' origine dell' universo?
  • Come si spiega la vita sulla Terra?
  • Perché le cose sono come sono e accadono come accadono?
I primi a tentare di rispondere a queste domande sono Talete, Anassimandro e Anassimene della scuola di Mileto. Non si sa molto su questi pensatori, ma si può affermare con certezza che possedevano conoscenze tecniche-scientifiche, ricevute dai sapienti della Media e della Babilonia.
A Talete si attribuisce la previsione di un eclissi e a Anassimandro l' invenzione della prima carta geografica.
A questi agrimensori, geografi e tecnici va inoltre attribuito il merito per aver individuato una causa, un principio ordinario(in greco archè)da cui derivano le cose. L' archè rappresenta sia la materia di cui sono fatte le cose, sia la forma che le ha generate, sia la legge che le governa e le rende intelligibili all' uomo.

Talete sapeva sfruttare le conoscenze meteorologiche, difatti pensava che l' origine di tutto fosse l'acqua, visto che ogni essere vivente era in parte composto d' acqua.
Questa idea non era molto diversa dai miti degli altri popoli, come l' acqua che il Nilo portava agli antichi egizi.

Anassimandro individuò la sostanza primordiale in un principio detto àpeiron, parola che significa "senza confini". Anassimandro riteneva che il principio da cui derivano le cose debba essere una sostanza indistinta dalle sostanze poste dagli altri filosofi.
Anassimandro inoltre ritiene che il modo in cui le cose derivano dalla sostanza si tratti di un processo di separazione e differenziazione governati da una legge chiamata Dike (la Giustizia). Questa separazione deriva da un movimento rotatorio nel quale caldo e freddo, secco e umido e gli altri contrari si sviluppano. Tramite questo si sviluppano infiniti mondi, che si dissolvono e si ricompongono in modo eterno.

Anassimene identificava il principio di tutte le cose nell' aria, paragonando la vita dell' Universo alla vita dell'uomo.
Questo principio ha carattere infinito ed è caratterizzato dal movimento incessante, in cui l' aria è la forza che muove il mondo.

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