mercoledì 10 febbraio 2021

La teoria delle idee

 Platone cerca di stabilire cosa siano il bene e in generale i valori a cui si deve ispirare il sapiente per promuovere un rinnovamento sociale e in che modo si possa giungere a conoscerli. Da questo interrogativo parte l' indagine platonica.

Il filosofo, in primo luogo, riconosce che i sensi non consentono di pervenire a un' idea unica e oggettiva del bene. Affidandoci ai sensi non raggiungeremo mai una conoscenza sicura e affidabile, perché l' esperienza sensibile non è sorretta da un criterio univoco di verità.

Per Platone, se non ammettessimo l' esistenza di parametri oggettivi a cui fare riferimento nel giudicare le cose, non potremmo annunciare nessuna affermazione avente un valore universale.

Platone usa una metafora marinaresca per illustrare l' itinerario intellettuale che lo porta all'elaborazione della teoria delle idee: la "prima navigazione" si realizza sospinti dal vento, mentre la "seconda navigazione" comporta il ricorso ai remi per bonaccia. Il filosofo sostiene di aver compiuto una prima navigazione sospinto dalle ricerche dei filosofi naturalisti, per poi intraprendere, deluso da quella, una navigazione ulteriore basata soltanto sulle proprie forze, che lo conduce alla scoperta del mondo delle idee. Dopo la prima navigazione Platone arriva a comprendere che le sole spiegazioni naturalistiche delle cose hanno esiti contraddittori e deludenti e comincia a chiedersi se la causa di ciò che è sensibile, mutevole, perituro non possa essere qualcosa che trascende il sensibile stesso e che abbia le caratteristiche dell' immutabilità, dell' eternità e dell'assolutezza.

Ciò che fa sì che ogni cosa sia come deve essere e come è bene che sia è una causa immutabile che va oltre il piano contingente del sensibile. Vi sono due piani dell'essere, uno fenomenico e visibile, l' altro meta-fenomenico e invisibile.

Le idee di Platone non sono concetti astratti come il concetto di idea di oggi, ma entità di natura  differente rispetto al sensibile e indipendenti dalla nostra mente. Esse costituiscono i criteri di verità delle cose e anche la loro "causa", la ragione d'essere di tutto ciò che esiste.

Per Platone quindi le idee sono sostanze immutabili e perfette poste in un "altro" mondo chiamato "iperuranio", definite "incorporee", "espressione piena dell'essere", "in sè e per sè", ossia oggettive, non relative al soggetto ma aventi una natura "assoluta".

Viene considerato erroneo da Platone la distinzione dei piani, intelligibile e sensibile, e l' affermazione della loro strutturale differenza come una "separazione". Se il mondo dell' intelligibile e dell'immateriale  trascende il sensibile, al tempo stesso esso è causa e ragion d'essere secondo tre modalità:

  • Innanzitutto Platone parla di mimèsi, sostenendo che le cose imitano le idee. 
  • Poi parla di partecipazione o metessi, nel senso che le cose visibili partecipano in qualche modo alla perfezione delle corrispettive idee del mondo ideale. 
  • In terzo luogo, Platone parla di presenza o parusìa delle idee nelle cose, nel senso che il mondo sensibile non è che una rivelazione o espressione visibile di quello ideale.

Nonostante le relazioni che il filosofo individua tra il mondo ideale e quello sensibile, il primo mantiene la priorità assoluta rispetto al secondo, in quanto le idee rappresentano sia le cause, sia il metro di paragone delle cose: se noi consideriamo bella o buona una persona o un'azione, ciò dipende dal fatto che esse ricevono queste qualità dalle rispettive idee della Bellezza e Bontà.

Platone elimina ogni forma di scetticismo e di relativismo e raggiunge un punto di vista assoluto e universale.

Le idee sono distinte in due grandi tipologie:

  • le idee di valori morali, estetici e politici come quelle del Bene, della Bellezza e della Giustizia
  • le idee di enti geometrico-matematici, come il numero, il cerchio, la linea, il triangolo.....
Tuttavia esistono anche idee di oggetti naturali e di oggetti artificiali o manufatti. La tesi di Platone quindi afferma che a ogni realtà sensibile deve corrispondere una forma ideale.
Platone ritiene che ci sia una gerarchia di valori alla base della variegata struttura ideale e che al vertice si collochi l' idea del Bene, che è il valore supremo a cui tutti gli altri si ispirano.

Platone supera alcune aporie che la concezione di Parmenide portava con sè, come la difficoltà di concepire la molteplicità, il divenire e il movimento. Se Parmenide si era fermato all'affermazione che l'essere è ed è identico a  se stesso, mentre Platone procede oltre affermando che ogni idea è, da un lato, identica a se stessa, ma dall'altro, diversa da ogni altra idea.

In sintesi l' idea non è staticamente isolata, ma può entrare in relazione con altre idee in virtù dei suoi cinque attributi fondamentali, i cinque generi sommi, che sono:
  1. l'essere
  2. l'identico
  3. il diverso
  4. la quiete
  5. il movimento
Di ogni idea, possiamo dire che "è"; è "identica" a se stessa; è "diversa" dalle altre; è in "quiete" ed è in "movimento".
Platone quindi risolve così +il problema del nulla.

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