mercoledì 13 gennaio 2021

Verifica

 I sofisti. Quale sapere è utile per l' uomo?

1.

A) Saper usare il linguaggio con la massima efficacia, al fine di affermare la propria tesi

2.

C) Ogni abitudine e valore vada compreso in rapporto alla comunità politica in cui si è sviluppato

3.

A) Tra il linguaggio e le cose si pone un'insanabile frattura

4.

Varie interpretazioni all' affermazione "l' uomo è misura di ogni cosa" indicano come non abbiamo mai a che fare con la realtà che ci circonda ma solo con il fenomeno, ossia come essa appare a noi.

5.

Lo "scetticismo metafisico" consiste nel fatto che non esisti nulla di oggettivo; se le cose esistessero, non sarebbe possibile per l' uomo conoscerle, pensarle o comprenderle. Se anche fossero conoscibili, non potrebbero essere parlate, non potrebbero essere comunicabili agli altri.

6.

Con la seconda generazione di sofisti l' arte retorica viene concepita come un vero e proprio mestiere, dal quale si può guadagnare insegnando.

7.

Per i sofisti, il sapere viene trasmesso con una finalità al successo politico e alla riuscita individuale. I sofisti fornivano una formazione delle competenze retoriche e linguistiche utili per affrontare le nuove esigenze della vita democratica.

8.

A parer mio, Elena non è pienamente responsabile riguardo l' Encomio di Elena, poichè tutti gli uomini sono dotati di coscienza e Elena avrebbe dovuto analizzare la situazione in modo critico e prendere una decisione. Tuttavia, chi maneggia l' arte della retorica con grande maestria talvolta riesce a manipolare le persone, come forse è successo ad Elena.

9.

B) Si considera più sapiente perché cosciente di avere dei limiti, a differenza dell'interlocutore inconsapevole di ciò

10.

A) Praticare la retta conoscienza del bene, così da abituarsi ad agire nel modo giusto

11.

C) Nel portare a termine la ricerca filosofica

12.

La differenza sostanziale tra l' indagine di Socrate e quella dei filosofi ionici del VI secolo consiste nell' oggetto di ragionamento e del modo in cui esso viene analizzato. Ad esempio con i filosofi naturalisti la natura veniva spiegata attraverso un pensiero logico-razionale e non di una spiegazione di tipo religioso-fantastico.

13.

Il metodo del dialogo si compone in due momenti: uno critico, l' ironia, e l' altro costruttivo, la maieutica. Nel primo momento Socrate, in breve, metteva in ridicolo le tesi contrarie dopo aver finto di accettarle come giuste. La maieutica invece faceva capire all' interlocutore quanto fosse importante ricercare la verità. Socrate riteneva che ognuno doveva sforzarsi di individuare e sviluppare i germi della verità.

14.

Il movimento sofistico e Socrate si assomigliano per interesse per i problemi dell' uomo, l' attenzione alla dimensione del dialogo e del discorso e per atteggiamento critico, mentalità razionalistica e anticonformistica. Si differenziano per finalità dell' insegnamento.

15.

La frase "chi fa il male, lo fa per ignoranza del bene"  indica come la conoscenza sia importante per ogni essere umano. La filosofia quindi è come uno stile di vita, dove gli insegnamenti possono essere adoperati nella vita quotidiana. Socrate attribuisce un nuovo significato alla parola anima, la quale è centro dell' agire morale e quindi collegata alla conoscenza del bene.

Domande

 Prometeo P.103:

1)Prometeo rubò il sapere tecnico dal fabbro Efesto per garantire la sopravvivenza

2)Dopo l' intervento di Prometeo al genere umano mancano gli strumenti necessari a proteggersi.

3) Con i termini "pudore" e "giustizia" si intendono le virtù della vita sociale. Più precisamente, si intende il "rispetto reciproco" e il senso di giustizia

Encomio di Elena:

1) Le quattro ragioni per cui era naturale la partenza di Elena sono per volere della sorte o per decisione divina o per decreto della necessità, oppure per trascinamento con la forza, o persuasa con la parola o presa da amore.

2) La parola avrebbe potuto persuadere e ingannare la mente di Elena, fargli cessare il timore, togliere il dolore e produrre gioia e compassione.

3)

4)Il brano può essere letto come semplificazione della visione tragia dell' esistenza propria del sofista di Lentini

P.121

1) A differenza delle levatrici, Socrate ha la facoltà di far partorire le anime e non i corpi, e si rivolge agi esseri umani in generale e non alle donne incinte

2) Questa affermazione di Socrate indica che Socrate si riteneva capace di capire se il pensiero di un giovane partoriva falsità o verità.

3) Socrate pensa che chi accetta di dialogare con lui scopre e genera pensieri puri.

5) Per Socrate la verità consiste nel conoscere se stessi e i propri limiti.

6) Per Socrate la frequentazione personale è molto importante, perché aiuta a partorire verità

P 122:

1) Socrate non teme la morte perché sa di non sapere: sarebbe una contraddizione temerla, poiché si può temere solo qualcosa che si sa essere un male.

2) Fedone piange sulla sua stessa sventura perché rimarrà abbandonato dal suo amico.

3) Socrate incoraggia gli amici perchè ha sentito che " con parole di lieto augurio bisogna morire" perché  lui si sente realizzato per quello che ha fatto durante la propria vita

4) Questa affermazione indica che Socrate era fortemente legato ai suoi ideali fino ad arrivare alla morte pur di rinnegarli.

martedì 5 gennaio 2021

Protagora e Gorgia

 Protagora è il pensatore più originale del movimento sofista. A lui viene attribuita l' affermazione "l' uomo è misura di tutte le cose; delle cose che sono in quanto sono, delle cose che non sono in quanto non sono".

L' uomo può essere inteso come l' individuo singolo e dunque l' affermazione sofista significherebbe che le cose appaiono diverse a seconda dei punti di vista. L' uomo è il criterio di giudizio della realtà o irrealtà delle cose.

Questa visione che emerge è una visione relativistica: non esiste una verità assoluta, valida per tutti, ma si devono ammettere diverse interpretazioni. Non vi è una legge naturale e universale che stabilisca che cosa è giusto e cosa è ingiusto, che cosa è bene e che cosa è male.

Il relativismo di Protagora riconduce tutte le conoscenze al contesto umano, sociale e culturale in cui si sono formate. Da questo punto di vista la sua concezione può essere considerata come una forma di "umanismo, in quanto l' uomo è sempre criterio di giudizio. Tale criterio è rappresentato  dall' utile, inteso come ciò che si concorda essere il bene del singolo e della comunità. La parola assume un ruolo fondamentale come strumento per raggiungere il consenso.

Protagora afferma di perseguire l' utilità comune, cui indirizza la retorica, l' arte di persuadere l' uditorio mediante un linguaggio chiaro, semplice e convincente. Il metodo protagoreo, o metodo dell' antilogia, si fonda sul presupposto che su ogni cosa sia sempre possibile addurre argomenti a favore e contrari. Il metodo sofista quindi addestrava i discepoli a saper sostenere le posizioni vantaggiose nella società, facendole sembrare più forti.


Gorgia, sofista siciliano, si fa interprete di un principio: sganciato da ogni criterio di verità di tipo universale, il discorso è tutto. In questi termini si arriva a sostenere una forma di "scetticismo metafisico", secondo cui non esiste nulla di oggettivo. 

Gorgia quindi asserisce che:

  • l' essere non esiste, perché la sua esistenza implicherebbe una serie di contraddizioni logiche
  • se anche esistesse non potremmo conoscerlo, perché il pensiero non rispecchia la realtà
  • se anche fosse conosciuto non potrebbe essere comunicato attraverso le parole, che hanno una natura diversa rispetto a quella delle cose
Il linguaggio è quindi come una forza ammaliatrice che permette di dominare e influenzare i sentimenti degli uomini.


Socrate

Socrate (450-385 a.C) è conosciuto come un personaggio strano, dedito a inutili ricerche di carattere naturalistico, che giocava con le parole e creava concetti nella sua scuola, il "pensatoio".

Alla fine di una sua commedia, un giorno un cliente deluso, perché non aveva appreso nulla da Socrate, incendiò il pensatoio. Questo fatto prefigurò il dramma di Socrate, il quale venne poi condannato a morte dal tribunale di Atene nel 399 a.C.

Socrate non scrisse nulla, infatti preferiva il contatto immediato con le persone, in particolare i giovani.

Tuttavia, sulla sua figura abbiamo molte testimonianze indirette, tra cui quella di Platone, un suo discepolo, che si può considerare il più attendibile interprete del pensiero del maestro.

Socrate è protagonista anche di altri scritti di filosofi come alcuni testi di Aristotele.

Oggi si conoscono molte informazioni su Socrate, dall' aspetto fisico fino all' esposizione del pensiero e la descrizione di una vita dedita all' educazione dei giovani.

Si pensa che fisicamente Socrate non fosse un bell' uomo, ma avesse un animo eccezionalmente bello e nobile, coraggioso e forte. Infatti lui deciderà di sacrificare la sua vita piuttosto che ribellarsi alle leggi della città.

Ma perché Socrate venne condannato a morte?

Finito il governo illuminato di Pericle, la città subì la dittatura dei Trenta Tiranni e dopo si affermò un governo democratico. Socrate fu condannato durante questo periodo, perché le persone al comando lo avvertirono come una grave minaccia, a causa delle sue istanze critiche. Socrate venne visto come elemento destabilizzante per gli equilibri politici.

Fu successivamente accusato e riconosciuto colpevole di non onorare gli dei della sua città e di aver corrotto i giovani.

La sua morte fu il sigillo della grandezza di Socrate. Infatti, se egli fosse stato meno deciso a ribadire le sue tesi o avesse accettato l' esilio di sua spontanea volontà, la sentenza non sarebbe probabilmente stata emessa. Socrate trascorse il suo periodo in carcere serenamente, fino al giorno della sua morte.

Platone, suo discepolo, scrisse poi del suo maestro nell' "Apologia di Socrate".

L' opera comincia con il racconto dell' oracolo di Delfi, che indica Socrate come uomo più saggio.

Socrate iniziò i suoi studi recandosi presso gli uomini che avevano fama di grande sapienza, come politici e poeti, i quali si consideravano sapientissimi nella propria arte, ma ignoravano il resto. Socrate quindi fu il più sapiente, perché sapeva di non sapere, mentre gli altri mancavano di tale consapevolezza.

Socrate si sentì in dovere di svolgere una missione divina: scuotere gli uomini dal loro torpore spirituale. Lui agiva come i tafani d' estate, pungolando gli uomini portandoli a dubitare delle loro certezze. Il governo democratico pertanto non poteva gradire un personaggio che metteva in dubbio le verità e tradizioni religiose.

Socrate riusciva a far dubitare chiunque con il quale parlasse e spingeva tutti a chiedersi il perché delle cose.

Il metodo di Socrate si componeva di due momenti: uno critico e "negativo", l' ironia, l' altro costruttivo e "positivo", la maieutica.

Nel primo momento Socrate, in breve, metteva in ridicolo le tesi contrarie dopo aver finto di accettarle come giuste. Inoltre egli poneva una serie di domande le quali risposte erano sempre più contraddittorie, fino a quando l' interlocutore ammetteva di non sapere nulla dell' argomento.

La maieutica invece faceva capire all' interlocutore quanto fosse importante ricercare la verità. Socrate riteneva che ognuno doveva sforzarsi di individuare e sviluppare i germi della verità.

Socrate proponeva una conoscenza interiore che conduceva alla consapevolezza di se stessi e dei propri limiti. In questo il ruolo di Socrate non era certo quello del maestro, ma lui era come uno strumento per aiutare a riflettere e trovare una soluzione ai problemi.

Anche il concetto di virtù con Socrate ora tende ad acquisire un carattere più generale. Secondo lui le singole virtù non bastano per realizzare una vita davvero soddisfacente ed è necessario raggiungere una visione unitaria della virtù, che si identifica con la filosofia stessa.

Socrate afferma che chi conosce il bene non può commettere il male, ritenendo che la virtù morale derivi dalla retta consapevolezza del bene.

Per Socrate quindi la virtù è unica, cioè si può affermare che esista una virtù superiore alle altre. Infatti è la ragione che permette di discernere il bene del momento.

Per i filosofi presocratici la "psiche" equivaleva all' ultimo respiro del morente. Per Socrate la psiche diventa anima, cioè vita interiore. Per Socrate, guardando nell' anima l' uomo scopre ciò che è veramente bene fare.



La logica

 La logica occupa un posto in  primo piano nella filosofia di Aristotele. Egli usa il termine "analitica", che allude all' art...