mercoledì 24 marzo 2021

Domande

 Domande:

natura dualistica dell'uomo

1. Platone arriva alla conclusione che come esistono due piani dell essere, uno visibile e uno invisibile e intelligibile, cosi nell uomo, il corpo raprpesenta la parte visibile e mortale mentre l'anima quella invisibile e mortale.

Il corpo deve accontentarsi di ciò che è mutevole,incostante e perituro, mentre l'anima è capace di conscere l'essere    nei suoi caratteri di eternità e immortalità.

quando l'anima si fa condizionare dal copro, allora è fuorviata dalla sua vera natura, infatti va per sentieri che la rendono incostante come le cose a cui si appiglia. Invece, se non si fa ingannare, si dirige verso la verità.

L'anima è immortale e destinata a ricongiunersi con gli dei. per questo cerca dis paccare dal corpo che ha natura differente. La morte rappresenta il tentativo d sottomettere alla ragione le passioni e gli istinti e cioè di liberarsi dalla corporeità per ascendere al mondo ideale. Per il filosofo la morte rappresenta il momento in cui pio contemplare il divino


p.178
2. Il modello di Stato di Platone è utopico perchè non è mai esistito.
3. Le tre classi sociali sono 
  1. La classe dei governanti
  2. La classe dei guerrieri 
  3. La classe dei lavoratori
i governanti devono essere dotati di saggezza, i guerrieri di coraggio e i lavoratori di temperanza.
4. L' aristocrazia del filosofo indica una forma di governo giudata dai "migliori", cioè coloro che possiedono la capacità di guidare gli uomini.

p.182
1. Il giovane iniza a studiare allìetà di 7 anni la ginnastica e la musica e la matematica. Poi lo studente impara a stimolare le capacità di astrazione, memoria e penetrazione logica. A 18 anni viene avviato al servizio militare e dopo 2 anni si accosta allo studio delle scienze. A 30 anni poi inizia a studiare la filosofia.
2. La matematica è lo strumento principale della conversione dell' anima, la quale staccandosi dalla sensibilità,, si eleva alla luce delle idee. Essa è quindi scienza propedeutica alla filosofia.

p.184
1. L' arte non rappresenta la verità assoluta ma la realtà sensibile, che è a sua volta immagine del modello ideale, per questo l' arte è imitazione dell imitazione.

P. 186
1. In questo brano Socrate espone i motivi della sua delusione politica e auspica che il governo venga affidato ai filosofi.
2. I principali avvenimenti sono la guerra del Peloponneso, il governo dei Trenta tiranni e la sconfitta ateniese del 404 da parte degli Spartani.
3.
4. Secondo Platone, il governo dovrebbe esser affidato ai filosofi, gli uomini migliori in quanto hanno seguito un lungo e selettivo percorso formativo che li ha portati alla contemplazione del Bene.

P.189
1. I prigionieri incatenati possono vedere le ombre degli oggetti di ogni sorta che vengono messi affianco al muro per proiettare le ombre sulla parete che i prigionieri guardano
2. Il prigioniero deve prima soffermarsi sui riflessi perchè non è ancora abituato a vedere la luce e il Bene.
3. Questo mito è un'allegoria della condizione umana e della funzione etico-politica della filosofia.
4.

p.191
1. Se il progioniero ritornato nella caverna sarebbe oggetto di derisione perchè i prigionieri non riconosceranno la verità delle parole del prigioniero uscito
2. Deve aver contemplato l' idea del bene
3. Bisogna portare rispetto a coloro che appaiono "turbati" perchè passano dalla luce alla tenebra e dalla tenebra alla luce.
4.
5. Il sigificato di questa allegoria intende come una persona che scopre la vera natura del governo vedendo la luce viene disprezzato da coloro che non hanno visto il bene e che credono a qualcos altro.



Pagina 197
  1.  Il demiurgo è un divino artefice, che decide di dare ordine a quel mondo caotico per renderlo migliore.
  2. Nel Timeo si afferma che con la mescolanza di necessità e intelligenza si è tornati dal caos all'ordine
  3. Per Platone il tempo è un immagine mobile dell'eternità, ossia che il tempo è stato voluto dal demiurgo per dare ordine al corso degli eventi naturali e umani.
Pagina 200

  1. Con le leggi emerge la preoccupazione fondamentale del filosofo: evitare che il conflitto tra le classi sociali assuma caratteri tali da decretare la fine dello Stato.
  2. Le leggi hanno funzione costrittiva e educativa: da una parte prescrivono fin dei particolari quale deve essere la migliore condotta dei cittadini, dall' altra aspirano a essere una giuda per i giovani che diventeranno bravi cittadini.
  3.  Nella Repubblica si sosteneva la comunione delle donne e dei beni, a differenza della città fortezza dove i matrimoni sono riconosciuti.
Pagina 203

  1. Il demiurgo era buono, e in un buono nessuna invidia nasce per nessuna cosa.
  2. Il suo obbiettivo è che tutte le cose fossero buone e nessuna cattiva. Egli prese quanto c'era di visibile che non stava quieto, ma si agitava sregolatamente e disordinatamente, e lo ridusse dal disordine all'ordine.
  3. Il demiurgo infonde un anima nel mondo perchè ragionando trovò che delle cose visibili, se si considerano nella loro interezza, nessuna, priva di intelligenza, sarebbe stata mai più bella di un altra, che abbia intelligenza, e che era impossibilie che alcuna cosa avesse intelligenza senza anima.
  4. Il termine demiurgo indica una divinità buona e intelligente in cui non c'è invidia, ma solo desiderio di far partecipi gli uomini della propria virtù.

Pagina 204

  1. I beni sono classificati con una gerarchia di valori, che il legislatore deve rispettare quando redige la costituzione dello Stato
  2. Il legislatore si occupa dell'educazione dei cittadini, incoraggiando i comportamenti positivi e disincentivando  quelli negativi.

La cosmologia e il fondamento delle leggi

 Platone si interroga sul bisogno di unità e di ordine, che aveva già esplorato come somma aspirazione dell'anima e della città ideale.

Egli arriva a pensare il mondo naturale come "cosmo", che, per quanto inferiore rispetto al mondo delle idee eterne e incorruttibili, è fatto a immagine e somiglianza di quello. In questa riflessione viene ad attenuarsi notevolmente la separazione tra il mondo ideale e quello naturale.

Il Timeo narra la storia dell'origine dell' universo. Egli ammette che sta raccontando un mito: non mira a fornire una spiegazione scientifica e rigorosa del mondo fisico, ma una descrizione altamente probabile.

All' inizio il mondo era soltanto disordine e caos, caratterizzato da un continuo movimento. Questo disordine era in contrasto con il mondo illuminato dal Bene, che tendeva a diffondere la sia luce su ogni cosa.

Ecco allora che compare  un "divino artefice" chiamato demiurgo, che decide di dare ordine al mondo per renderlo migliore e vivibile.

La materia caotica viene modellata da questa divinità, che però non ne è il creatore. Il demiurgo dà forma alla recalcitrante materia disordinata, trasformando il caos in un armonioso organismo vivente dotato di un'anima: il cosmo.

Quest'anima, denominata "anima del mondo", avvolge l' universo come in un grande abbraccio ed è la dominatrice invisibile dei corpi e delle cose.

La necessità è la natura, il caso, la fortuna, il limite, la materia, le passioni e gli istinti, in una parola tutto ciò che è dato e non deriva dalla scelta libera. L'intelligenza invece designa la ragione, la scienza, la conoscenza e quindi ciò che proviene dallo spirito. Nel timeo si dice che l' universo è stato costruito attraverso la mescolanza delle necessità, cioè la materia primordiale priva di forma, e dell'intelligenza che ha forgiato tale materia, riportando il caos all'ordine.

Il demiurgo cercò di rendere il cosmo ancora più bello e simile al mondo ideale ed eterno al quale si era ispirato. Egli pensò di creare il tempo, che è "un immagine mobile dell'eternità". Per Platone la suddivisione del tempo è stata voluta dal demiurgo per dare ordine al corso degli eventi naturali e umani.

Il tempo imita l' eternità, vale a dire il perenne "è" del presente. Il demiurgo ha collegato il tempo al moto regolare degli astri.

Si può dire che il divino artefice abbia realizzato gli astri proprio per il bene degli uomini. infatti, essi servono a identificare l' alternarsi del giorno e della notte e a calcolare il trascorrere dei mesi e degli anni, vale a dire a misurare il tempo.

Per Platone c è una grande affinità tra gli astri e l' anima degli uomini. Infatti le anime furono prodotte in un numero pari a quello degli astri. Il dio abbinò ciascuna anima a ciascun astro, quindi le pose su questi esseri divini come su un veicolo, affinché potessero viaggiare nell'universo e conoscere le sue leggi, tra cui quella secondo la quale quando il dio innesterà le anime dei corpi, producendo gli uomini allora esse dovranno dominare le passioni che scaturiranno da tale unione. Le anime che riusciranno a dominarle, vivranno bene e nella giustizia il loro tempo assegnato. Quelle che saranno dominate, vivranno nell'ingiustizia. Alla morte del corpo si reincarneranno in corpi sempre meno perfetti, fino a quando non si saranno purificate. Le anime "rette" invece faranno ritorno alla loro sede naturale,  ossia l' abitazione dell' astro e vivranno felicemente.

Queste teorie formano come una religione astrale. Essa assegna al Bene una precisa collocazione, situandolo negli astri. Per questo motivo questi ultimi sono considerati divini: nel loro movimento circolare vi è il segno inconfondibile della perfezione del Bene supremo.

Qua possiamo intravedere il progetto di vita di Platone: cercare una risposta alla domanda sulla giustizia.

Tra il Timeo e le Leggi si può cogliere una continuità ideale: Platone mira a trasferire anche nelle società quell'ordine armonioso che regola il mondo.

Le Leggi non sono viste come in contrasto con il precedente progetto politico di Platone. Infatti in esse continua a campeggiare la preoccupazione fondamentale del filosofo: evitare che il conflitto tra le classi sociali assuma caratteri tali da decretare la fine dello Stato, e tentare di costruire una società ordinata, dove la giustizia trionfa.

Le leggi hanno funzione costrittiva e educativa: da una parte prescrivono fin dei particolari quale deve essere la migliore condotta dei cittadini, dall' altra aspirano a essere una giuda per i giovani che diventeranno bravi cittadini.

Il mito contenuto ne libro delle Leggi paragona l' uomo a una marionetta. Immaginiamo che ciascuno di noi sia come un burattino, costruito dagli dei e sostenuto da tanti fili, che però sono ingarbugliati come in una grande matassa. I fili sono le nostre passioni; essi ci strattonano, portandoci in direzioni opposte e facendoci fare comportamenti contrastanti. Tuttavia esiste un filo capace di condurci sempre e solo alla virtù: è il sacro filo d'oro della ragione, ossia la legge comune dello Stato. Gli altri fili sono di ferro e quindi rigidi, mentre quello di oro è flessibile ed è il migliore di tutti. I cittadini possono seguire questo filo grazie a una corretta educazione che li guida verso la virtù e la giustizia.

Il filo d'oro è quello di sophia, la saggezza della vita, che stabilisce cosa è bene e cosa è male. La ragione è per l' uomo la giuda più sicura sulla via della civiltà. Inoltre la ragione umana è anche il riflesso della ragione divina che governa il cosmo.

Le leggi sono l' articolazione concreta e pratica della ragione e dell'ordine cosmico.

Esse sono utili in quanto la società è corrotta e gli uomini sono imperfetti. La legge serve a soccorrere la natura umana, che deve fare i conti con le passioni. Il filo d'oro della legge deve mostrare come bisogna comportarsi nella vita di tutti i giorni, ma dovrà essere anche generale da valere per tutti. L' importante è che in uno Stato la legislazione sia coerente con le virtù della saggezza e della giustizia e che abbia un solido fondamento, che l' ultimo Platone vede nella religione.

Si tratta di una religione filosofica, la quale postula la fede un una divina intelligenza che tutto regge secondo l' ordine matematico della misura e dei numeri e che si esprime nell'eterno percorso regolare degli astri.

La nuova città disegnata dalle Leggi è una città fortezza, sia per le caratteristiche strutturali sia per quelle culturali. Si tratta di un piccolo insediamento, difeso dalle abitazioni dei cittadini disposte a circolo, a costituire un baluardo morale e architettonico agli attacchi esterni.

Essa ha un ridotto numero di cittadini, che deve essere mantenuto stabile con una politica di controllo dei matrimoni e delle nascite. Il matrimonio e la famiglia vengono ora riconosciuti, ma il loro unico scopo è quello della procreazione. Viene fissata anche l' età per i matrimoni che per la ragazza varia dai dodici ai venti anni e per il giovane dai trenta ai trentacinque anni. tra i doveri della coppia c'è innanzitutto quello di offrire allo Stato figli di bell'aspetto e di buona educazione, curando in modo particolare la fase di vita precedente la procreazione, che deve essere sana dal punto di vista sia igienico sia morale.

Nella Legge si sostiene che vanno banditi i comportamenti che mettono a rischio la serenità della vita. Da questo punto di vista, il modello migliore è quello della città di Sparta.

A garanzia dell'ordine Platone istituisce i "Custodi della legge", organo che vigila il rispetto della legislazione da parte dei cittadini, magistrati e funzionari dello Stato. Per Platone quindi la legge è unica regina della vita della città.

martedì 9 marzo 2021

La visione politica e il problema educativo

 Secondo Platone, il modello di giustizia che presiede alla vita morale dell'individuo è lo stesso che regola la vita ordinata dello Stato, in quanto quest'ultimo non è altro che lo specchio dell'uomo e della sua anima.

Nella prospettiva platonica non è possibile immaginare l'uomo come un individuo slegato dalla comunità di appartenenza; è per questo che la saggezza, il coraggio, la temperanza e la giustizia, individuate da Platone come le quattro virtù fondamentali dell'individuo sono attribuite alle diverse classi sociali che compongono lo Stato.

Platone è convinto che l' uomo si realizzi pienamente soltanto come cittadino, cioè membro della propria città. L' uomo giusto, misurato ed equilibrato non è propriamente tale se non in relazione con gli altri uomini, costituendo la città ben governata o politèia.

Per capire la giustizia, il filosofo suggerisce di seguirlo nell'elaborazione di un modello di Stato perfetto, in cui ogni componente sia in armonia con le altre e in cui siano assicurate. Questo stato utopico può servire come punto di riferimento per i cittadini e i politici.

Questo modello di Stato è strutturato in tre classi:

  1. La classe dei governanti  (a cui è affidato il comando della città)
  2. La classe dei guerrieri (a cui è demandata la difesa militare)
  3. La classe dei lavoratori (a cui è affidato il compito di provvedere ai bisogni materiali)
Ogni classe deve uniformare il proprio comportamento a una specifica virtù: i governanti devono essere dotati di saggezza, i guerrieri di coraggio e i lavoratori di temperanza.
La giustizia è la virtù di adempiere bene il proprio compito di cittadino. essa consiste nello svolgere il proprio ruolo con scrupolo e onestà, senza superare i limiti della funzione in cui si è preposti.

Lo Stato di Platone è un regime "aristocratico", in cui il governo della città è affidato ai "migliori", cioè coloro che possiedono la capacità di guidare gli uomini. Platone criticò più volte la democrazia come una delle forme di degenerazione dello Stato. Questa posizione però non deve essere fraintesa. Il modello aristocratico di Platone non si fonda sulla difesa del privilegio economico o sociale, bensì sul valore assoluto che  nel sistema platonico vengono a rivestire la conoscenza e la dedizione al bene comune. In pratica Platone propugna un'aristocrazia dello spirito e della ragione. Il governo deve essere affidato ai migliori, che per lui sono i filosofi, che conoscono il Bene e sanno distinguere il vero dal falso.

La forma di governo migliore è l'aristocrazia, in cui la giustizia  è assicurata nel modo più soddisfacente e completo.. Essa però non esiste in concreto.
I governi esistenti sono da considerarsi forme più o meno distanti dal modello, secondo una scala di valori che annovera quattro regimi politici, suddivisi in ordine di crescente degenerazione:
  1. La timocrazia
  2. L'oligarchia
  3. la democrazia
  4. La tirannide

La timocrazia è il governo degli uomini che pongono al vertice della considerazione l' onore, non la sapienza.
L' oligarchia è il regime fondato sul censo, in cui solo chi è ricco ha potere e i poveri non hanno diritto ad accedere ai posti di comando
Nella democrazia la grande massa dei poveri prevale sui ricchi e si impadronisce del potere. L'individualismo, l' anarchia e la sfrenata libertà prevalgono nella democrazia.
La tirannia è la forma di comando più spregevole, in quanto il tiranno, una volta preso il potere con la forza, è costretto a liberarsi di ogni persona saggia e intelligente, per circondarsi da gente sempre più vile.

Le uniche persone in grado di ricondurre a unità le forze delle classi sociali, evitando il conflitto sociale, sono i filosofi, in quanto sono per definizione dediti allo studio e alla conoscenza razionale.
Per Platone, l' uomo d stato deve possedere la scienza vera, che si consegue attraverso la ricerca razionale. Il criterio fondante di ogni progetto educativo è l' aspirazione al Bene.
La filosofia si poteva studiare solo dopo i trent'anni.

Secondo il mito della caverna, gli esseri umani sono come prigionieri incatenati fin dalla nascita in una caverna e costretti a guardare verso la parete do fondo. Dentro la caverna si apre verso la luce, con un fuoco che brucia a una certa distanza. Tra il fuoco e i prigionieri c'è un muro sottile e asso. Dietro passano delle persone che portano statue , figure di animali, vasi e altri oggetti fabbricati in legno o pietra, facendoli sporgere al di sopra del muretto. I prigionieri vedono solo le ombre di tali oggetti.
Se un prigioniero, liberato dalle catene, si alzasse e iniziasse a camminare verso la luce, riterrebbe ancora che la realtà siano le ombre. Se poi uscisse dalla caverna, soffrirebbe per la luce abbagliante del sole.
Ma se si adatta alla nuova visione, potrà vedere le immagini delle cose riflesse nell' acqua e le cose stesse, la luce degli astri, la luna, il cielo di notte e infine il sole.
Dopodiché il prigioniero sente il dovere di salvare i suoi compagni dall'ignoranza e farli partecipi delle verità che ha potuto contemplare.

Il mito è un'allegoria della formazione del filosofo e del destino a lui riservato nella società corrotta.
La caverna rappresenta il mondo sensibile. Il prigioniero che si libera rappresenta il faticoso itinerario educativo del filosofo.

Platone reputa necessaria la presenza di arto come la poesia, il mimo, la danza ecc. nell curricolo formativo del giovane; la poesia e l'epica possono affinare lo spirito e stimolare all'amore per le virtù eroiche e per i valori della propria città.

L' arte è "imitazione di imitazione", una copia sbiadita e spesso deformante della realtà.
Essa è diseducativa perchè propone in molti casi modelli non eticamente positivi e allontana dal vero che risiede nel mondo ideale.

La polemica platonica può essere sintetizzata nei seguenti punti:
  1.  L' arte è diseducativa perchè propone modelli di comportamento immorali
  2. L' arte allontana dal vero perchè è "imitazione di imitazione"
  3. L'arte è frutto della divina ispirazione, che avvince l'anima dell'artista e attenua la sua capacità di giudizio


giovedì 4 marzo 2021

La dottrina etica: l'anima, l 'amore e la virtù

 L' Etica di Platone

La speculazione di Platone muove da una fondamentale esigenza di rinascita spirituale dell'uomo, che per lui è base indispensabile per un rinnovamento della vita politica. Con la teoria delle idee egli supera il relativismo sofistico che a suo avviso è causa di ignoranza, errore, disordine psicologico e sociale. Il mondo del bene, e in particolare l' idea del Bene che rappresenta il vertice, è visto come una guida che attraverso la conoscenza, può arrivare a contemplarlo e trasferirne la perfezione nella propria vita e nella propria comunità.

Platone analizza i temi dell'anima e dell'amore, evidenziando il legame inscindibile dell'uomo con il mondo soprasensibile, gli obbiettivi del suo percorso terreno e le tracce di un destino ultraterreno che costituisce il fine di ogni vita.

Egli affronta il problema del senso della vita nel Gorgia, in cui confuta il sofista Callicle, affermando che l'unica vita degna di essere vissuta è quella improntata al bene e alla virtù.

Per Platone, l' anima è un vero e proprio principio spirituale, una sostanza incorporea affine alle idee e dunque immortale, prigioniera di un corpo da cui deve purificarsi attraverso la conoscenza.

L' immortalità dell'anima è per Platone una certezza che egli tenta di dimostrare con vari argomenti:

  • il primo si basa sulla reminiscenza, che implica la reincarnazione dell'anima; infatti, se è vero che nell'uomo esiste la possibilità di conoscere le idee, allora bisogna presupporre che l 'anima abbia conosciuto il mondo ideale prima della sua incarnazione e dunque che sia immortale
  • poi vi è il fatto che l'anima, proprio perchè capace di conoscere le idee, deve avere una natura loro affine, e quindi deve essere immutabile e ed eterna.
  • L'anima inoltre è connessa all'idea della vita: infatti in greco si definisce psychè ed è "ciò che, quando è presente nel corpo, è causa per esso di vivere, dandogli la possibilità di respirare e di refrigerarsi, ma appena essa si allontana, il corpo vien meno e muore" (Cratilo, 399e) 
Nella parte conclusiva del Fedone Platone affida al racconto mitologico la descrizione del viaggio delle anime nell'Ade, un viaggio che ha caratteri molto differenti a seconda che si tratti di anime "buone" o "cattive". L 'anima che si è macchiata di impurità in vita terrena andrà vagando fino a che non sia passato il tempo stabilito dalla legge della necessità,. L' anima temperata e saggia, che ha vissuto nella purezza, sarà accolta nella parte più alta del cielo (l'etere), che è la cosa più bella e pura.
Ciascuno è quindi responsabile della propria sorte, in quanto la condiziona con le scelte che prende. La filosofia rappresenta l' unica disciplina che può salvare l' uomo, perchè insegna la verità e il Bene.

Oltre all'anima razionale, Platone ammette anche un' anima irascibile, in cui risiedono le virtù del coraggio e dell'eroismo, e un'anima concupiscibile, sede degli istinti. L'anima razionale viene collocata da Platone nel cervello, quella irascibile nel petto e quella concupiscibile nelle viscere.
In questa tripartizione dell'anima è sottesa l'allusione a tre tipi di comportamento umano, rappresentati rispettivamente dagli uomini saggi, dai guerrieri e dagli uomini comuni e volgari.

Platone parla del mito del carro alato nel Fedro.
L' auriga, cioè la ragione, aiutato dal cavallo buono combatte una terribile lotta per sottomettere il cavallo cattivo e condurre in tal modo il carro sulla strada giusta, cioè verso la meta soprasensibile dell'iperuranio.
Questa metafora rappresenta la lotta tra pulsioni e desideri contrapposti: il desiderio carnale, le emozioni nobili, la ragione. Platone non nega la forza delle passioni, ma ritiene che sia compito della ragione ricondurle nella giusta direzione

L' amore viene poi trattato nel Fedro come la forza che permette all'anima di elevarsi dall'esperienza sensibile alla Bellezza ideale ed eterna.

Socrate parte dalla consapevolezza che quando ci si innamora si perde letteralmente la testa. L'innamorato era ritenuto una persona egoista e incostante, soggiogata dagli alti e bassi della sua passione: Socrate accetta questa tesi: l' amore è una pazzia, ma la pazzia non sempre è un male. L'amore per la bellezza è una dolcissima pazzia, perchè permette all'anima dell'innamoramento di percorrere tutte le tappe che la porteranno a riconquistare il mondo intelligibile.
Il primo gradino dell'itinerario d'amore è rappresentato dalla bellezza sensibile che colpisce l'anima e la accende di desiderio in quanto ravviva il ricordo della Bellezza ideale che essa ha contemplato nell'iperuranio.
Eros, per natura sempre insoddisfatto e desideroso di nuove e ardite conquiste, spinge l'anima umana ad andare oltre il mondo sensibile e fisico, dirigendola verso il mondo soprasensibile, dove potrà fare esperienza della scienza e del sapere intellettuale per tuffarsi, infine, nel "grande mare" della Bellezza divina ideale e assoluta.

Per Aristotele l' amore è radicato profondamente nella nostra natura e deve essere ricondotto al desiderio più genuino e profondo che alberga in noi: quello di ricomporre l' unità originaria perduta.
Anche nel Simposio, come è anche presente nel Fedro, l'amore appare il ponte tra il sensibile e l'intelligibile, una forza che permette di trascendere la condizione umana ed esprime nostalgia e tensione verso l'assoluto.

Platone accetta la tesi socratica secondo cui la virtù consiste essenzialmente nella conoscenza del Bene, ma va oltre e ne delinea una dottrina articolata e complessa.
Secondo il filosofo ci sono quattro virtù fondamentali:
  • la saggezza
  • la forza d'animo
  • la temperanza
  • la giustizia
Per Platone l' obbiettivo primario dell'uomo è quindi la conoscenza: essa consente di accedere alla contemplazione delle idee superiori e quindi di imitarne la perfezione nella propria vita.

L' ideale dell'uomo virtuoso è dunque per Platone colui che, come il filosofo, riesce a sollevarsi al di sopra della materialità per accedere al mondo dell'intelligibile, assimilandosi al divino da cui anima discende.

Domande:
P.160

  1. Il primo argomento che Platone usa a favore dell'immortalità si basa sulla reminiscenza, che implica la reincarnazione dell'anima; infatti, se è vero che nell'uomo esiste la possibilità di conoscere le idee, allora bisogna presupporre che l 'anima abbia conosciuto il mondo ideale prima della sua incarnazione e dunque che sia immortale. Poi vi è il fatto che l'anima, proprio perché capace di conoscere le idee, deve avere una natura loro affine, e quindi deve essere immutabile e ed eterna, Infine, l'anima inoltre è connessa all'idea della vita:infatti in greco si definisce psychè ed è "ciò che, quando è presente nel corpo, è causa per esso di vivere, dandogli la possibilità di respirare e di refrigerarsi, ma appena essa si allontana, il corpo vien meno e muore"
  2. Il viaggio conclusivo del Fedone sta a indicare come le anime, dopo aver lasciato il mondo terreno, subiscano delle penitenze come vagabondare da soli per lunghi periodi di tempo se in vita terrena si siano macchiate di impurità o di qualche colpa.
  3. L' auriga nel mito del carro alato rappresenta  la ragione, la quale aiuta il cavallo buono nella lotta contro il cavallo cattivo

P.164
1. L'amore viene visto da Platone come una forza mediatrice che consente di unire il sensibile e il soprasensibile. La Bellezza ideale rappresenta la bellezza contemplata dall'anima nell'iperuranio.
Il Bene è l'ideale di perfezione che l'uomo deve e può preseguire nella dimensione individuale e sociale.
2. Eros non è ne un dio ne un mortale perchè è sempre insoddisfatto e desideroso di nuove e ardite conquiste.
3. Per Platone la giustizia è la virtù più importante, che si  realizza nell' individuo quando ogni parte dell'anima svolge solo e unicamente la propria funzione, garantendo l' armonia del tutto

La logica

 La logica occupa un posto in  primo piano nella filosofia di Aristotele. Egli usa il termine "analitica", che allude all' art...