mercoledì 24 marzo 2021

La cosmologia e il fondamento delle leggi

 Platone si interroga sul bisogno di unità e di ordine, che aveva già esplorato come somma aspirazione dell'anima e della città ideale.

Egli arriva a pensare il mondo naturale come "cosmo", che, per quanto inferiore rispetto al mondo delle idee eterne e incorruttibili, è fatto a immagine e somiglianza di quello. In questa riflessione viene ad attenuarsi notevolmente la separazione tra il mondo ideale e quello naturale.

Il Timeo narra la storia dell'origine dell' universo. Egli ammette che sta raccontando un mito: non mira a fornire una spiegazione scientifica e rigorosa del mondo fisico, ma una descrizione altamente probabile.

All' inizio il mondo era soltanto disordine e caos, caratterizzato da un continuo movimento. Questo disordine era in contrasto con il mondo illuminato dal Bene, che tendeva a diffondere la sia luce su ogni cosa.

Ecco allora che compare  un "divino artefice" chiamato demiurgo, che decide di dare ordine al mondo per renderlo migliore e vivibile.

La materia caotica viene modellata da questa divinità, che però non ne è il creatore. Il demiurgo dà forma alla recalcitrante materia disordinata, trasformando il caos in un armonioso organismo vivente dotato di un'anima: il cosmo.

Quest'anima, denominata "anima del mondo", avvolge l' universo come in un grande abbraccio ed è la dominatrice invisibile dei corpi e delle cose.

La necessità è la natura, il caso, la fortuna, il limite, la materia, le passioni e gli istinti, in una parola tutto ciò che è dato e non deriva dalla scelta libera. L'intelligenza invece designa la ragione, la scienza, la conoscenza e quindi ciò che proviene dallo spirito. Nel timeo si dice che l' universo è stato costruito attraverso la mescolanza delle necessità, cioè la materia primordiale priva di forma, e dell'intelligenza che ha forgiato tale materia, riportando il caos all'ordine.

Il demiurgo cercò di rendere il cosmo ancora più bello e simile al mondo ideale ed eterno al quale si era ispirato. Egli pensò di creare il tempo, che è "un immagine mobile dell'eternità". Per Platone la suddivisione del tempo è stata voluta dal demiurgo per dare ordine al corso degli eventi naturali e umani.

Il tempo imita l' eternità, vale a dire il perenne "è" del presente. Il demiurgo ha collegato il tempo al moto regolare degli astri.

Si può dire che il divino artefice abbia realizzato gli astri proprio per il bene degli uomini. infatti, essi servono a identificare l' alternarsi del giorno e della notte e a calcolare il trascorrere dei mesi e degli anni, vale a dire a misurare il tempo.

Per Platone c è una grande affinità tra gli astri e l' anima degli uomini. Infatti le anime furono prodotte in un numero pari a quello degli astri. Il dio abbinò ciascuna anima a ciascun astro, quindi le pose su questi esseri divini come su un veicolo, affinché potessero viaggiare nell'universo e conoscere le sue leggi, tra cui quella secondo la quale quando il dio innesterà le anime dei corpi, producendo gli uomini allora esse dovranno dominare le passioni che scaturiranno da tale unione. Le anime che riusciranno a dominarle, vivranno bene e nella giustizia il loro tempo assegnato. Quelle che saranno dominate, vivranno nell'ingiustizia. Alla morte del corpo si reincarneranno in corpi sempre meno perfetti, fino a quando non si saranno purificate. Le anime "rette" invece faranno ritorno alla loro sede naturale,  ossia l' abitazione dell' astro e vivranno felicemente.

Queste teorie formano come una religione astrale. Essa assegna al Bene una precisa collocazione, situandolo negli astri. Per questo motivo questi ultimi sono considerati divini: nel loro movimento circolare vi è il segno inconfondibile della perfezione del Bene supremo.

Qua possiamo intravedere il progetto di vita di Platone: cercare una risposta alla domanda sulla giustizia.

Tra il Timeo e le Leggi si può cogliere una continuità ideale: Platone mira a trasferire anche nelle società quell'ordine armonioso che regola il mondo.

Le Leggi non sono viste come in contrasto con il precedente progetto politico di Platone. Infatti in esse continua a campeggiare la preoccupazione fondamentale del filosofo: evitare che il conflitto tra le classi sociali assuma caratteri tali da decretare la fine dello Stato, e tentare di costruire una società ordinata, dove la giustizia trionfa.

Le leggi hanno funzione costrittiva e educativa: da una parte prescrivono fin dei particolari quale deve essere la migliore condotta dei cittadini, dall' altra aspirano a essere una giuda per i giovani che diventeranno bravi cittadini.

Il mito contenuto ne libro delle Leggi paragona l' uomo a una marionetta. Immaginiamo che ciascuno di noi sia come un burattino, costruito dagli dei e sostenuto da tanti fili, che però sono ingarbugliati come in una grande matassa. I fili sono le nostre passioni; essi ci strattonano, portandoci in direzioni opposte e facendoci fare comportamenti contrastanti. Tuttavia esiste un filo capace di condurci sempre e solo alla virtù: è il sacro filo d'oro della ragione, ossia la legge comune dello Stato. Gli altri fili sono di ferro e quindi rigidi, mentre quello di oro è flessibile ed è il migliore di tutti. I cittadini possono seguire questo filo grazie a una corretta educazione che li guida verso la virtù e la giustizia.

Il filo d'oro è quello di sophia, la saggezza della vita, che stabilisce cosa è bene e cosa è male. La ragione è per l' uomo la giuda più sicura sulla via della civiltà. Inoltre la ragione umana è anche il riflesso della ragione divina che governa il cosmo.

Le leggi sono l' articolazione concreta e pratica della ragione e dell'ordine cosmico.

Esse sono utili in quanto la società è corrotta e gli uomini sono imperfetti. La legge serve a soccorrere la natura umana, che deve fare i conti con le passioni. Il filo d'oro della legge deve mostrare come bisogna comportarsi nella vita di tutti i giorni, ma dovrà essere anche generale da valere per tutti. L' importante è che in uno Stato la legislazione sia coerente con le virtù della saggezza e della giustizia e che abbia un solido fondamento, che l' ultimo Platone vede nella religione.

Si tratta di una religione filosofica, la quale postula la fede un una divina intelligenza che tutto regge secondo l' ordine matematico della misura e dei numeri e che si esprime nell'eterno percorso regolare degli astri.

La nuova città disegnata dalle Leggi è una città fortezza, sia per le caratteristiche strutturali sia per quelle culturali. Si tratta di un piccolo insediamento, difeso dalle abitazioni dei cittadini disposte a circolo, a costituire un baluardo morale e architettonico agli attacchi esterni.

Essa ha un ridotto numero di cittadini, che deve essere mantenuto stabile con una politica di controllo dei matrimoni e delle nascite. Il matrimonio e la famiglia vengono ora riconosciuti, ma il loro unico scopo è quello della procreazione. Viene fissata anche l' età per i matrimoni che per la ragazza varia dai dodici ai venti anni e per il giovane dai trenta ai trentacinque anni. tra i doveri della coppia c'è innanzitutto quello di offrire allo Stato figli di bell'aspetto e di buona educazione, curando in modo particolare la fase di vita precedente la procreazione, che deve essere sana dal punto di vista sia igienico sia morale.

Nella Legge si sostiene che vanno banditi i comportamenti che mettono a rischio la serenità della vita. Da questo punto di vista, il modello migliore è quello della città di Sparta.

A garanzia dell'ordine Platone istituisce i "Custodi della legge", organo che vigila il rispetto della legislazione da parte dei cittadini, magistrati e funzionari dello Stato. Per Platone quindi la legge è unica regina della vita della città.

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