martedì 9 marzo 2021

La visione politica e il problema educativo

 Secondo Platone, il modello di giustizia che presiede alla vita morale dell'individuo è lo stesso che regola la vita ordinata dello Stato, in quanto quest'ultimo non è altro che lo specchio dell'uomo e della sua anima.

Nella prospettiva platonica non è possibile immaginare l'uomo come un individuo slegato dalla comunità di appartenenza; è per questo che la saggezza, il coraggio, la temperanza e la giustizia, individuate da Platone come le quattro virtù fondamentali dell'individuo sono attribuite alle diverse classi sociali che compongono lo Stato.

Platone è convinto che l' uomo si realizzi pienamente soltanto come cittadino, cioè membro della propria città. L' uomo giusto, misurato ed equilibrato non è propriamente tale se non in relazione con gli altri uomini, costituendo la città ben governata o politèia.

Per capire la giustizia, il filosofo suggerisce di seguirlo nell'elaborazione di un modello di Stato perfetto, in cui ogni componente sia in armonia con le altre e in cui siano assicurate. Questo stato utopico può servire come punto di riferimento per i cittadini e i politici.

Questo modello di Stato è strutturato in tre classi:

  1. La classe dei governanti  (a cui è affidato il comando della città)
  2. La classe dei guerrieri (a cui è demandata la difesa militare)
  3. La classe dei lavoratori (a cui è affidato il compito di provvedere ai bisogni materiali)
Ogni classe deve uniformare il proprio comportamento a una specifica virtù: i governanti devono essere dotati di saggezza, i guerrieri di coraggio e i lavoratori di temperanza.
La giustizia è la virtù di adempiere bene il proprio compito di cittadino. essa consiste nello svolgere il proprio ruolo con scrupolo e onestà, senza superare i limiti della funzione in cui si è preposti.

Lo Stato di Platone è un regime "aristocratico", in cui il governo della città è affidato ai "migliori", cioè coloro che possiedono la capacità di guidare gli uomini. Platone criticò più volte la democrazia come una delle forme di degenerazione dello Stato. Questa posizione però non deve essere fraintesa. Il modello aristocratico di Platone non si fonda sulla difesa del privilegio economico o sociale, bensì sul valore assoluto che  nel sistema platonico vengono a rivestire la conoscenza e la dedizione al bene comune. In pratica Platone propugna un'aristocrazia dello spirito e della ragione. Il governo deve essere affidato ai migliori, che per lui sono i filosofi, che conoscono il Bene e sanno distinguere il vero dal falso.

La forma di governo migliore è l'aristocrazia, in cui la giustizia  è assicurata nel modo più soddisfacente e completo.. Essa però non esiste in concreto.
I governi esistenti sono da considerarsi forme più o meno distanti dal modello, secondo una scala di valori che annovera quattro regimi politici, suddivisi in ordine di crescente degenerazione:
  1. La timocrazia
  2. L'oligarchia
  3. la democrazia
  4. La tirannide

La timocrazia è il governo degli uomini che pongono al vertice della considerazione l' onore, non la sapienza.
L' oligarchia è il regime fondato sul censo, in cui solo chi è ricco ha potere e i poveri non hanno diritto ad accedere ai posti di comando
Nella democrazia la grande massa dei poveri prevale sui ricchi e si impadronisce del potere. L'individualismo, l' anarchia e la sfrenata libertà prevalgono nella democrazia.
La tirannia è la forma di comando più spregevole, in quanto il tiranno, una volta preso il potere con la forza, è costretto a liberarsi di ogni persona saggia e intelligente, per circondarsi da gente sempre più vile.

Le uniche persone in grado di ricondurre a unità le forze delle classi sociali, evitando il conflitto sociale, sono i filosofi, in quanto sono per definizione dediti allo studio e alla conoscenza razionale.
Per Platone, l' uomo d stato deve possedere la scienza vera, che si consegue attraverso la ricerca razionale. Il criterio fondante di ogni progetto educativo è l' aspirazione al Bene.
La filosofia si poteva studiare solo dopo i trent'anni.

Secondo il mito della caverna, gli esseri umani sono come prigionieri incatenati fin dalla nascita in una caverna e costretti a guardare verso la parete do fondo. Dentro la caverna si apre verso la luce, con un fuoco che brucia a una certa distanza. Tra il fuoco e i prigionieri c'è un muro sottile e asso. Dietro passano delle persone che portano statue , figure di animali, vasi e altri oggetti fabbricati in legno o pietra, facendoli sporgere al di sopra del muretto. I prigionieri vedono solo le ombre di tali oggetti.
Se un prigioniero, liberato dalle catene, si alzasse e iniziasse a camminare verso la luce, riterrebbe ancora che la realtà siano le ombre. Se poi uscisse dalla caverna, soffrirebbe per la luce abbagliante del sole.
Ma se si adatta alla nuova visione, potrà vedere le immagini delle cose riflesse nell' acqua e le cose stesse, la luce degli astri, la luna, il cielo di notte e infine il sole.
Dopodiché il prigioniero sente il dovere di salvare i suoi compagni dall'ignoranza e farli partecipi delle verità che ha potuto contemplare.

Il mito è un'allegoria della formazione del filosofo e del destino a lui riservato nella società corrotta.
La caverna rappresenta il mondo sensibile. Il prigioniero che si libera rappresenta il faticoso itinerario educativo del filosofo.

Platone reputa necessaria la presenza di arto come la poesia, il mimo, la danza ecc. nell curricolo formativo del giovane; la poesia e l'epica possono affinare lo spirito e stimolare all'amore per le virtù eroiche e per i valori della propria città.

L' arte è "imitazione di imitazione", una copia sbiadita e spesso deformante della realtà.
Essa è diseducativa perchè propone in molti casi modelli non eticamente positivi e allontana dal vero che risiede nel mondo ideale.

La polemica platonica può essere sintetizzata nei seguenti punti:
  1.  L' arte è diseducativa perchè propone modelli di comportamento immorali
  2. L' arte allontana dal vero perchè è "imitazione di imitazione"
  3. L'arte è frutto della divina ispirazione, che avvince l'anima dell'artista e attenua la sua capacità di giudizio


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